Le parole del Counseling
“Cosa contrassegna le parole fragili e delicate, le parole che sono arcobaleno di speranza, e cosa le distingue da quelle che non lo sono? Solo l’intuizione e la sensibilità ci consentono di conoscerle, e di coglierle nei loro orizzonti di senso.”
Eugenio Borgna
Le parole del Counseling sono parole che mi hanno illuminata, guidata, cambiata…
Parole che mi risuonano quando leggo un libro, ascolto una canzone o che emergono come intuizioni mentre dipingo, impasto il pane o cucio.
Parole che provengono dal mio percorso continuo di formazione e ricerca, ma anche dalla relazione professionale con le mie clienti.
“Quale parola ti porti, oggi?”
Spesso con questa domanda si conclude una sessione di Counseling individuale o un incontro di gruppo. E mi ricordo ancora lo stupore provato, durante il mio percorso di formazione, di quante meravigliose parole diverse tra loro venivano fuori dall’esperienza condivisa con le colleghe all’interno del gruppo. Le raccoglievo tutte e le custodivo gelosamente dando vita così al mio personale vocabolario di Counseling.
Negli anni successivi, ho continuato a raccogliere e osservarle più da vicino. Ad andare oltre il significato originario e a cercare di comprendere quale fosse il significato che io davo loro. E come questo significato cambiava in base all’esperienza che facevo delle stesse. Questo esercizio si è trasformato via via, in quello che è diventato un appuntamento fisso nella mia pagina Facebook, “Le Parole del Counseling”.
Il lavoro del counselor è anche fatto di attenzione alle parole...
… anzi di “sottolineature” di parole.
E quando lavoro, mi rendo conto di come la parola “giusta”per quella persona, o la scoperta di un nuovo significato della parola con la quale ci etichettiamo, spesso possa innescare un processo virtuoso, di cambiamento e di crescita.
Perché le parole che diciamo, anzi, che ci diciamo, creano immagini, ed emozioni, che vanno a popolare e trasformare la nostra realtà.
Tutto dipende dal significato che le attribuiamo.
Le parole che usiamo hanno per ciascuno di noi un significato diverso. Questo perché ad ognuna di esse noi applichiamo un nostro filtro, fatto di credenze, convinzioni, pregiudizi, aspettative, desideri, educazione ricevuta… e di esperienze dirette con la parola stessa.
E’ importante fare attenzione alle parole che usiamo, con noi stessi e con gli altri.
Le parole, è stato detto, sono pietre, muri o finestre. Le parole, dico io, sono etichette, gabbie o vie nuove da percorrere.
Il cambiamento tanto desiderato, spesso inizia semplicemente cambiando il nostro modo di parlare, di rivolgersi a noi stessi. Inizia quando cominciamo a sostituire le parole che ci ingabbiano con le parole che ci liberano.
Per questo, durante le sessioni di Counseling, lavoro creativamente con le parole.
E allora, con il gioco, i colori, le immagini, inizia un viaggio di scoperta della parola “gabbia”, che è anche e soprattutto un viaggio di scoperta di altre parti di noi, di altre possibilità di essere.
Diamo un nuovo significato a quella parola… apriamo la gabbia, cosicché si possa volare oltre il significato originario, oltre l’etichetta che ci hanno attaccato addosso, oltre l’esperienza e trovare un nuovo significato, che ci rispecchi autenticamente e che ci consenta di incamminarci verso il cambiamento.
Adesso, ti invito a fare un semplice esercizio:
per qualche giorno, fai attenzione alle parole che ti dici, o che dici al tuo partner, ai tuoi figli… Se vuoi, annotale su un quaderno.
Sono parole “gabbia” o parole “libertà”?
Ti aspetto giovedì prossimo con una nuova parola de “Le parole del Counseling”. Non mancare!
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