Assertività, la capacità di affermare sé stessi
“Essere assertivi significa saper comunicare senza troppe paure e senza troppe riserve mentali e possedere quel coraggio e quella decisione che derivano da una buona stima di sé.”
D. Bonenti, A. Meneghelli
Assertività deriva dal latino “asserere”, affermare.
Affermare se stessi, essere nel mondo così come siamo, con autenticità.
Ma anche con autostima, stando sempre dalla parte di noi stessi, senza ansie o sensi di colpa per quello che siamo e diciamo, ma anche senza danneggiare l’altro. Avendo la consapevolezza dei propri meriti e del diritto di perseguire il benessere emotivo.
È la capacità di esprimere i propri vissuti emotivi e le proprie opinioni e di risolvere in maniera positiva i conflitti relazionali.
Assertività è quindi la capacità di saper modulare il ritmo di apertura e di chiusura verso gli altri. Quella capacità che ci permette di creare dei confini entro i quali mantenere la relazione. Creare confini non significa costruire muri di incomunicabilità, ma creare uno spazio di relazione “sicuro” e “sano” entro cui muoversi senza perdere la fiducia alla relazione, all’incontro e all’esperienza.
E senza farsi sopraffare da manipolatori, impostori e da relazioni poco sane in generale, o sopraffare gli altri trasformandoci noi stessi in persone che impongono il proprio volere sugli altri.
Passività significa essere contro noi stessi.
Quando permettiamo di farci sopraffare dagli altri, reagiamo in maniera passiva alla relazione.
Deleghiamo il nostro potere personale all’altro, rinunciando ad esprimere i nostri sentimenti e le nostre emozioni. Generalmente non siamo capaci di gestire il conflitto e in questo modo lo evitiamo diminuendo l’ansia e il senso di colpa che deriverebbero se dovessimo affrontare la situazione conflittuale.
Probabilmente cerchiamo l’approvazione degli altri e un comportamento molto disponibile e rispettoso ci permette di non perdere la stima e l’affetto del nostro interlocutore.
In questo caso non solo non rispettiamo noi stessi, ma non saremo rispettati nemmeno dagli altri, squalificandoci e alla lunga avere un considerevole calo della nostra autostima e del nostro senso di autoefficacia.
Aggressività significa essere contro gli altri.
Quando mettiamo in scena un atteggiamento aggressivo, teniamo conto esclusivamente della nostra gratificazione, di uscire vincenti dal conflitto.
Pretendiamo il rispetto perché pensiamo di essere sempre nel giusto, senza tenere conto dei diritti dell’altro, svalutandolo e attribuendogli la responsabilità dei nostri errori.
L’aggressività ci consente di avere la sensazione di potere sull’altro, di avere la situazione in pugno, e di ottenere un rinforzo sociale che ci faccia sentire apprezzato come persona forte e sicura si sé. Ma questo atteggiamento alla lunga porta ad un grande senso di spossatezza, perché aggredire costa fatica , e a un progressivo isolamento sociale.
Tra il comportamento passivo e quello aggressivo, però, possiamo scegliere di essere assertivi.
Parlo di scelta perché l’assertività non è un comportamento automatico, né tantomeno una reazione a quello che ci accade.
L’assertività è una scelta poiché racchiude in sé il prendersi la responsabilità di noi stessi, dei nostri bisogni, desideri e pensieri, di correre dei rischi esprimendo le nostre idee. Ma anche la capacità di mettersi in discussione nel relazionarci con gli altri e la disponibilità a riconoscere all’altro i propri diritti.
Quali sono le caratteristiche della persona assertiva?
- saper ascoltare se stessa e gli altri;
- esprimere i propri bisogni;
- essere capace di esprimere le proprie emozioni;
- assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano;
- fare e accettare le critiche costruttive;
- rispettare le idee e i punti di vista degli altri;
- non giudicare, svalutare o colpevolizzare gli altri;
- avere consapevolezza del proprio valore;
- non permettere di essere manipolata dagli altri;
- saper mediare con l’altro;
- ricercare la collaborazione con gli altri.
“Il comportamento assertivo implica la consapevolezza dell’amore per sé, oltre che il rispetto e conseguentemente l’amore per gli altri, perché solo apprezzando e riconoscendo le qualità della propria persona, si possono individuare e apprezzare le stesse qualità dell’altro e, in generale, nell’essere umano.”
E. Giusti, A. Testi
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